1975-76

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Dopo aver “provocato” la retrocessione del Savona dalla C con la meteora Gavinovese, Mario Robbiano prende il timone dei biancoblù. Timone che reggerà in maniera alterna, facendo saltare allenatori e pagamenti di stipendi, ma regalando anche fior di giocatori alla piazza.
Nel suo primo anno da Commissario Straordinario ingaggia Gigi Bodi come allenatore che, all’antivigilia di Natale e con il Savona primo in classifica, viene licenziato perchè… Panucci ha sbagliato un rigore a Borgomanero! Tutto questo perchè Robbiano, in qualità di Commissario Straordinario ma anche di “sponsor” (cioè di colui che metteva i soldi) e di direttore sportivo, voleva avere parola pure sulla scelta della formazione e delle tattiche: giusto per fare un ritratto del personaggio… Fatto sta che, messo in panchina il portiere in seconda Gennari come suo scudiero, la squadra alla ripresa del campionato fa 3 punti in 4 partite e sembra abbandonare definitivamente i sogni di gloria. Viene richiamato in fretta e furia Bodi che, dopo il rovescio (0-3) di Omegna, conquista 13 dei 14 punti a disposizione nelle successive 7 partite e la testa della classifica. Nel momento cruciale della stagione, però, l’influenza fa strage nello spogliatoio: il mister è costretto a mandare in campo giocatori in condizioni precarie che subiscono continui infortuni e la vetta della classifica si allontana inesorabilmente. Altro cambio di allenatore e promozione di “Mino” Parodi dalla “Beretti” alla prima squadra per le ultime (ininfluenti) 4 gare.
In sostanza, l’andamento fortemente umorale ed altalenante di Robbiano si riflette anche sulle prestazioni della squadra, non in grado di approfittare del duello tra Omegna e Biellese, deciso a favore dei lanieri in uno strepitoso spareggio al Comunale di Torino con il risultato finale di 2-1 dopo i supplementari. Vengono comunque poste le basi per una squadra che per tre anni farà disperare ed entusiasmare i tifosi biancobù.
Vittorio Panucci disputa il suo quarto e ultimo campionato con il Savona: 60 gol in 126 partite con gli striscioni fanno di lui il più prolifico cannoniere del dopoguerra.