1986-87

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Nell’estate l’ing. Bartoli abbandona la guida societaria, sconfitto sul campo e nei rapporti con città e tifosi, che viene assunta da un trio piuttosto sospetto: Quartaroli, Binacchi e Musiello.
Già il fatto che Franco Quartaroli prenda la carica di presidente facente funzioni non suona molto chiaro alla tifoseria. Se poi ci aggiungiamo che Musiello viveva in una roulotte e che Binacchi, assieme a Quartaroli, si era già fatto conoscere in giro per l’Italia a causa di rocambolesche avventure calcistiche, in città non si respirava proprio ottimismo.
L’inizio, però, è tutt’altro che sconfortante: la squadra viene costruita facendo affidamento su ottimi elementi, per la categoria. Inoltre si pesca dal vivaio un Patrick Panucci che, a soli 16 anni, dirige la difesa come un veterano consumato. Viene ingaggiato un brasiliano (il primo nella storia del Savona) dal piede pesantissimo: Carlinho è l’unico giocatore di cui si abbia ricordo che, in occasione dei calci di punizione, preferisse spostare la palla indietro piuttosto che avanti. Ma la sua potenza di calcio era tale che si poteva permettere questo e altro.
I proclami di inizio stagione sono roboanti: il ritorno in C2 viene promesso, a patto che ci siano almeno 2.000 persone allo stadio. Il pubblico abbocca, la squadra viene seguita con passione, ma in breve ci si accorge che c’è qualcosa che non funziona: la squadra vince ma viene sempre raggiunta nel finale. Cosa succede? Qui i savonesi scoprono per la prima volta che anche nel calcio esistono i cottimisti: Frison, portiere dall’ottimo passato professionistico, soffre di dolori lombari, ma non ne parla con nessuno per evitare di perdere il posto e quindi la retribuzione. I dolori, durante la partita, si fanno lancinanti soprattutto nel finale, una volta posta la schiena sotto sforzo: ecco il perchè di tante rimonte!
Sotto il profilo umano la vicenda è triste, sotto quello sportivo lancia inquietanti ombre sulla gestione societaria. Le nubi si addensano minacciose, ciononostante la squadra continua ad impegnarsi, nella speranza di percepire gli stipendi rimandati da una settimana all’altra. All’inizio di Febbraio, però, i giocatori dicono basta: libri in tribunale e tutti a casa con l’eccezione di Carlinho (che conosceva i protagonisti e i soldi se li era fatti dare in anticipo…), i due figli di Quartaroli, Mirisola, Musiello e l’allenatore Binacchi.
Gli ultimi due intenteranno anche causa al Savona, che hanno contribuito a far fallire, per i rimborsi mai incassati e la Federazione darà loro ragione! Quartaroli sparisce nella nebbia. Ne riemergerà qualche tempo dopo, quando verrà arrestato per avere aperto nella cantina di casa una filiale non autorizzata della Zecca di Stato (sembra un film di Totò)…
Per cercare di salvare il salvabile la stagione viene conclusa dai ragazzini del vivaio, molti dei quali neanche maggiorenni, aiutati dai 5 di cui sopra. Nonostante la squadra si presenti spesso e volentieri con solo un paio di panchinari (una volta addirittura con 11 giocatori contati), il Savona conquista 7 punti in 8 partite impattando, tra l’altro, contro la capolista Saviglianese e si salva con 3 giornate di anticipo, grazie soprattutto all’abnegazione e allo spirito di sacrificio dei mini-striscioni.