1922-23

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Si ricompone la spaccatura dell’anno precedente: la FIGC decide, finalmente, di alzare bandiera bianca e di abbandonare il folle progetto che non prevedeva retrocessioni dalla massima serie. Per riunire CCI e FIGC di nuovo sotto un’unica federazione ci si affidò al direttore della “Gazzetta dello Sport” (e futuro Presidente del Milan), Emilio Colombo, che il 22 Giugno del 1922 presentò un compromesso tra il “Progetto Pozzo” e la richiesta della FIGC di avere una serie A a 50 squadre.
In sostanza il lodo, che dal nome del redattore prese il nome di “compromesso Colombo”, prevedeva la riunificazione delle due federazioni con una serie A (denominata Prima Divisione) composta da 36 squadre divise in 3 gironi da 12. Per l’anno successivo si prevedeva un ulteriore dimagrimento a 24 squadre con la retrocessione di 12 compagini e il blocco delle promozioni.
La composizione dei gironi fu così stabilita: le prime 6 classificate dei 2 gironi della disciolta CCI; le prime 2 dei 6 gironi regionali della FIGC; ulteriori 6 classificate dal 7° al 9° posto della CCI perché torneo qualitativamente molto superiore; le ultime 6 da spareggi fra squadre confederali e altrettante delle Federazione. Alla fine le squadre della disciolta CCI che disputarono la Prima Divisione furono ben 23 contro 13 della FIGC.
Il torneo è sfortunato per entrambe le compagini cittadine che giocano su campi diversi, il Savona sempre in via Frugoni e lo Speranza alla Valletta: rappresentando anche ceti sociali diversi. Per i biancoblù fanno il tifo i “cicciolae” del centro, mentre con lo Speranza stanno, oltre al quartiere del Molo, anche le periferie delle Fornaci e di Zinola.
Grazie all’ottavo posto dell’anno precedente nel suo girone, il Savona si meritò la conferma nella massima serie. Ma sarebbe stato l’ultimo anno: l’inizio di campionato fu disastroso (5 sconfitte in altrettante partite) e un errore nel tesseramento di Colombo costerà la ripetizione delle gare contro Andrea Doria, Brescia, Lucchese e Spal. Dagli originali (rispettivamente) 1-0, 1-0, 3-1 e 1-2 si passerà ai disastrosi 0-5, 0-7, 1-1 e 0-2, con la perdita di ben 5 dei 6 punti originariamente ottenuti sul campo, che condanneranno il Savona alla serie B regionale.
Beffa nella beffa, dopo l’incontro casalingo contro il Novara (pareggiato su autorete a tempo scaduto e con gli striscioni avanti 2-0 fino a 4 minuti dal termine) si verificò un’aggressione all’arbitro che costò la squalifica del campo fino a fine campionato: della serie “le disgrazie non vengono mai sole”… Nel corso del campionato, da rilevare la vittoria esterna contro i campioni FIGC della Novese e diretti rivali alla salvezza sul campo.
Ricordiamo i protagonisti: l’11 titolare del Savona era Falco, Ciarlo, Novarese, Perlo, Gaia, Hibbli, Roggero, Esposto, Veglia, Chiabotto, Testa.
Quello dello Speranza: Salemme, Bona, Quercia, Giovara, Basso, Pellati, Boggio, Valentino, Fiore, Poggi, Carlevarino.