2002-03

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Nell’anno del trionfo non fu dato peso, al di là del lato umano, a un fatto molto grave che accadde a Piro: la morte, in un incidente stradale, dei due cugini che insieme a lui gestivano le attività al Nord. Benedetto Piro si trovò quindi solo al comando sia dell’attività imprenditoriale, sia di quella calcistica: due impegni estremamente gravosi se non affrontati con collaboratori validi e di fiducia.
Per quanto riguarda il calcio, poi, aveva preso determinati impegni con i tifosi, i quali si aspettavano che venissero, se non mantenuti, quantomeno avvicinati. I problemi, dalla parte sportiva, nacquero quasi fin da subito: in estate la squadra venne adeguata al nuovo campionato da disputare, con qualche innesto di spessore. Fece subito scalpore il fatto di essere stati inseriti nel girone del centro Italia: le trasferte parlavano di Fano, Gubbio, Gualdo Tadino, San Giovnni Valdarno, Montevarchi, addirittura Castel di Sangro, che è ai confini fra Abruzzo e Molise!
Questo girone presentava trasferte più da C1 che da C2: il fatto era messo ancor più in rilevo dall’avere nel proprio raggruppamento nientemeno che la Fiorentina! I viola in estate erano usciti con le ossa rotte da una storiaccia, che a distanza di anni ha assunto i caratteri della truffa, che vedeva coinvolto l’allora patron Vittorio Cecchi Gori. La Federazione prendeva atto del fallimento della società e la condannava a riprendere dal punto più basso dei professionisti: la C2, appunto. Per Savona sportiva sarebbe stato un doppio appuntamento con la storia: contro i biancoblù, infatti, i viola avrebbero ottenuto la matematica certezza della promozione. Ma questo avvenne alla fine.
Sul campo gli striscioni cominciarono veramente alla grande, i tifosi continuavano il loro splendido sogno, ma improvvisamente anche su di loro si abbatté una tragedia: mercoledì 9 Ottobre si gioca il recupero infrasettimanale della prima giornata, non disputata a causa di uno sciopero indetto dalla Lega di C per una questione di spartizione dei proventi derivanti dallo sfruttamento dell’immagine della serie C. Il Savona va a Gubbio, in notturna, ed è seguito in questa lunga trasferta da una cinquantina di tifosi. Al ritorno in città, alle prime luci dell’alba, uno di loro, Danilo Perachino, una delle anime degli Ultras, viene stroncato sotto casa da un infarto. Il dolore è grande, la partecipazione pure: la chiesa di Legino straripa di persone e anche la piazza antistante è colma di persone. Il giorno dopo i tifosi vorrebbero solo assistere a una partita di calcio giocata in onore di una persona che era sempre presente, mosso dal grande amore per questi colori. Fu così, ma il dopogara riservò altre amare sorprese.
Dopo il pareggio casalingo contro il Grosseto capolista il Presidente se ne uscì con un attacco frontale nei confronti di giocatori e tecnico; questi vennero accusati di scarso impegno, ma il grave è che queste accuse vennero fatte in sala stampa e non nel chiuso dello spogliatoio.
I tifosi erano sconcertati: cosa sta succedendo? D’accordo il carattere esplosivo, ma non si sta andando troppo oltre? La domenica successiva, trasferta a Castelnuovo Garfagnana. Partiti con molto ottimismo, i supporters biancoblù tornarono a casa con il morale a pezzi: la squadra non solo è stata umiliata sul campo, ma ha anche chiaramente dimostrato di non avere minimamente a cuore i colori. I più pessimisti cominciavano a parlare di stipendi non pagati, ma sembrava tutto impossibile.
Con uno di quei colpi di teatro che negli anni lo avrebbero reso famoso e imprevedibile, Piro scompaginò completamente le carte: venne annunciato l’acquisto di Marco Nappi! Il bomber ex Genoa e Atalanta era più che un pezzo da 90 per il livello tecnico del campionato, i sospetti di scarsa liquidità della società andarono a farsi benedire e l’entusiasmo tornò ad impossessarsi della tifoseria, che ormai sognava a occhi aperti.
L’esordio di Nappi nel Savona fu in occasione dell’incontro casalingo contro il Fano: un’ovazione di popolo per il biondo bomber, che segna anche il gol del 2-0 ed esce dal campo raccogliendo la standing ovation degli oltre 3.000 spettatori presenti sugli spalti. Il trionfo personale di “Nippo” sembra fare da prologo a una stagione ricca i soddisfazioni: la domenica precedente il Savona aveva anche raccolto la sua prima vittoria fuori casa, a Imola. Resterà l’unica del torneo. In realtà, oltre ai problemi finanziari finora non pressanti, cominceranno ad evidenziarsi anche quelli di tipo gestionale: Nappi mal si adatta al gioco del Savona e ancor peggio fa in coppia con Murgita, con il quale già aveva avuto una poco felice esperienza nel Genoa. Il Savona raccoglie pareggi, ma non riesce a vincere.
Nel frattempo ci sono grandi movimenti attorno alla società, imprenditori di vario calibro si interessano all’ingresso con quote nel Savona; però da parte di Piro, per un motivo o per l’altro, dalla disponibilità iniziale si passa alla chiusura totale man mano che i contatti avanzano. Questa situazione andrà avanti tutta la stagione e non contribuirà certo a dare tranquillità all’ambiente.
Alla quindicesima giornata arriva al Bacigalupo la Fiorentina. Lo stadio è colmo: approfittando del fatto che dal capoluogo toscano arrivano “solo” mille tifosi, i supporters savonesi vengono fatti entrar anche in gradinata, originariamente tutta riservata ai gigliati. Alla fine saranno ben oltre 6.000 gli spettatori che assisteranno alla vittoria della Fiorentina per 1-0: segna Riganò, che grazie alla sua militanza a Firenze si ritaglierà un finale di carriera in serie A. La partita viene seguita anche in diretta televisiva dai canali Rai: collegati dallo stadio ci saranno il sindaco di Savona, Ruggeri (il sindaco più bello d’Italia, secondo la definizione di Simona Ventura) e il cantante e tifosissimo viola Pupo. Per capire cosa voleva dire ospitare la partita con la Fiorentina quell’anno, basti pensare che ben più di una squadra aveva dovuto emigrare in stadi più capienti per riuscire a soddisfare tutte le richieste di biglietti che arrivavano…
La sconfitta interna contro i viola sarà il detonatore, in casa savonese, di una crisi che vedrà la squadra capace di una sola vittoria (alla terza di ritorno contro il Montevarchi) in cinque mesi! Naturalmente in classifica il Savona precipiterà come un piombo immerso nell’acqua e l’ultimo mese e mezzo di campionato verrà passato sudando freddo al pensiero di dover partecipare agli spareggi retrocessione. C’è ancora il tempo, però, per andare a vivere a Firenze, alla terz’ultima di ritorno, la festa promozione della Fiorentina: 30.000 persone fanno da cornice a un incontro in cui i biancoblù lottano finchè hanno fiato. Il primo tempo viene chiuso a reti bianche, ma la ripresa vede i viola scatenati nella rincorsa al traguardo del passaggio di categoria e per gli striscioni non ci sono più possibilità: 3-0 e gloria per tutti, vincitori e vinti.
Al Savona restavano le ultime due partite per evitare i playout: la vittoria casalinga contro il Gualdo serviva solo a presentarsi a Castel di Sangro con il vantaggio di poter usufruire di due risultati su tre; i padroni di casa, invece, dovevano vincere a tutti i costi. Erano una settantina quelli che affrontavano quasi 800 chilometri di trasferta per incitare gli striscioni. Il primo tempo è tragico: i sangrini andavano in vantaggio su autogol di Di Gioia ma i savonesi non riuscivano nemmeno a fare un tiro verso la porta di casa… La ripresa vedeva una squadra maggiormente motivata e il gol della salvezza arrivava da “Nippo” Nappi, forse la maggiore delusione di tutta la stagione!
Il Savona riusciva quindi a mantenere la categoria, dopo una serie di inenarrabili patimenti, con una situazione societaria tutt’altro che rosea e una rosa che, causa l’età avanzata di molti componenti, sarebbe stato necessario sfoltire radicalmente.