2011-12

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Il secondo anno fra i professionisti comincia fra mille incertezze e un consistente taglio delle spese. Le incertezze riguardano in primo luogo il campionato: a seguito dell’ennesima inchiesta sul calcio-scommesse il torneo viene stravolto, con sole 41 formazioni iscritte si vanno a comporre 2 gironi, uno da 20 squadre (quello del Savona) e l’altro da 21, le promozioni salgono a 3 per girone, le retrocessioni restano 9 con spareggio fra le vincitrici dei playout dei 2 raggruppamenti.
Il Savona ha archiviato i momenti di grandeur che portavano a spese pazze, l’organico viene fortemente ridimensionato, ci si affida a un tecnico semi-sconosciuto ma ambiziosissimo: Ninni Corda. Nel suo freschissimo palmarès (al suo arrivo a Savona aveva 38 anni) anche la promozione dalla serie D con il Como, tre anni prima. Chiama giocatori di sua fiducia, crea una sorta di colonia sarda in terra di Liguria, ma soprattutto fa svolgere allenamenti mai visti da queste parti: l’intensità è il suo primo credo, la squadra non deve mollare mai, durante la settimana i giocatori si scannano ma alla domenica non danno respiro agli avversari. Sangue e arena, non sempre le cose vanno bene ma la capacità di reazione alle avversità è massima: anche quando alla prima giornata si infortuna quello che avrebbe dovuto essere la punta di diamante dell’attacco savonese, quel Salvatore Amirante che, non avesse subito una serie impressionante di sventure fisiche, avrebbe calcato terreni di gioco molto ma molto importanti.
Una disposizione mentale del genere è stata più che mai importante nel prosieguo della stagione, quando alle voci seguirono i fatti: le difficoltà economiche del gruppo capitanate da Andrea Pesce erano sempre più palesi, fin quando non si arrivò alla decisione di portare i libri in tribunale. Fallimento nel bel mezzo della stagione sportiva, era già successo con Russo ma a quei tempi si era nei dilettanti e le spese erano molto più contenute, senza contare le penalizzazioni per i mancati versamenti dei contributi. Mentre la barca stava affondando i tifosi presero il toro per le corna e decisero di dare vita a una raccolta di fondi per permettere alla squadra di continuare a giocare: offerta libera a partire da 1 euro. Ne furono tirati su a migliaia con l’apice della trasferta di Lecco, interamente finanziata dai tifosi e vinta dalla squadra per 4-1. Così, fra convenzioni stipulate con mense e ristoranti, alloggi in affitto “calmierato”, salti mortali da parte un po’ di tutti (i pochi dirigenti e dipendenti rimasti, allenatore e giocatori in primis), si riuscirono a tamponare quelle settimane prima che fosse nominato il curatore fallimentare.
Arrivò Natale e non si sapeva chi sarebbe tornato e chi no: in effetti ci furono delle defezioni, ma il gruppo nel suo insieme aveva preso una coesione non da poco. Non si molla mai, in pieno stile-Ninni Corda.
Nel frattempo il curatore fallimentare aveva preso contatti un po’ con tutti per cercare qualcuno interessato almeno a far finire la stagione sportiva: si presentarono Aldo Dellepiane e Fabrizio Barbano che, insieme a una serie di soci, garantirono la continuità economica fino al momento dell’asta per la cessione del titolo sportivo. La squadra intanto andava avanti a corrente alternata, il cielo continuava ad essere plumbeo e i giocatori non potevano non risentirne. Arrivavano anche i punti di penalizzazione (alla fine sarebbero stati ben 7) che andavano ad appesantire una classifica non splendida.
L’impasse più grosso si ebbe al momento dell’asta: nessuna offerta nelle prime due convocazioni, il momento della fine sembrava essere veramente a un passo. All’ultimo istante, però, un riluttante Dellepiane veniva convinto ad acquistare il Savona alla cifra simbolica di 1 euro, evitando così la sparizione dal calcio. Illuminante al proposito la risposta che il neo-presidente diede al cronista che gli chiese perché avesse comprato il Savona: “Perché mi andava di farlo”, la riposta che gelò gli astanti.
Comunque, in un modo o nell’altro, la squadra potè concludere il campionato, salvandosi addirittura senza passare dai playout e facendo pure segnare il record di marcature in campionato per un portiere del Savona. Furono infatti 2 i gol di Aresti: uno contro la Giacomense direttamente su rinvio e con l’ausilio della tramontana, l’altro contro il Renate nella mischia dell’ultimo istante. Giusto per ribadire qual’era lo spirito di una squadra che non mollava mai…