1939-40

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Il campionato comincia con una svolta storica: con una disposizione rivoluzionaria la FIGC stabilisce che i giocatori indossino i numeri sulle maglie! Non se li toglieranno più.
Per il Savona, finalmente, al quarto tentativo e dopo 10 anni di campionati di vertice, arriva la tanto sospirata promozione in B!
L’ingegner Noceti, presidentissimo, ingaggia come allenatore l’ennesimo ungherese, Harpad Hajos (uno specialista in promozioni) affiancandolo al direttore tecnico Rinaldo Roggero, che avrà come vedremo una parte rilevantissima nella promozione e rinforza la squadra con alcuni ottimi giocatori: l’imperiese Piana (un’aletta tutto pepe, che sarà vice-campione d’Italia con il Livorno alle spalle del grande Torino), il centravanti Vaschetti (il primo “centravanti alla Hidegkuti” all’italiana, nella Salernitana 47-48 con Gipo Viani in serpa), l’altro attaccante Gé (altro tipo dal futuro in serie A: Atalanta e Genoa), gli ex-torinisti Cozzi e Pellegrino.
Inoltre a gennaio, arriva un cannoniere di antico pelo: Borel I, fratello maggiore del “Farfallino” della Juventus dei cinque scudetti ed egli stesso, in passato, “puntero” dei bianconeri oltre che di Palermo, Fiorentina, Casale, Novara. Insomma: un autentico uomo di esperienza che in 15 partite segnerà 9 goals.
Il Savona strappa il successo nel girone dopo una durissima lotta con la Cavagnaro – ex Sestrese – (42 punti a 40), mentre il Vado si classifica al tredicesimo posto, sopravanzato dalla sorprendente Albenga: nona. Il torneo è nuovamente monco perchè prima dell’inizio stavolta si ritira l’Imperia, ma torniamo al Savona e raccontiamo le finali.
In lizza ci sono: l’eterna Reggiana, il Taranto e lo Spezia. I posti in palio sono due: destinazione Serie B.
Il Savona esordisce col botto: 3-0 a Taranto (doppietta di Vaschetto e Pellegrino), poi (il 9 Giugno: un giorno quasi fatidico) lo Spezia di Camerario, Englaro, Diotallevi strappa lo 0-0 in Corso Ricci.
Il 10 Giugno l’Italia dichiara guerra a Inghilterra e Francia e nella prima mattina del 13 i transalpini sottopongono subito la città a un pesante bombardamento navale: dal porto di Tolosa sono partiti 4 incrociatori e 11 cacciatorpedinieri, supportati da un piccolo contingente aereo. Divisi in due squadre risalgono indisturbati tutta la costa cannoneggiando la Riviera da Ventimiglia a Genova. Solo a Savona i morti sono 6 e, nonostante l’oscurità, vengono centrati tutti gli stabilimenti e i depositi di carburante.
Le difese approntate dalle forze armate italiane per la salvaguardia del territorio si dimostrarono, fin da subito, totalmente inadeguate. Per la popolazione fu un vero e proprio choc: la propaganda aveva sempre fatto credere che l’esercito francese fosse in rotta completa…
Tre giorni dopo la città cerca di dimenticare e lo fa con la partita contro la Reggiana, che allinea tra i pali quel Satiro Lusetti che compirà, poi, gran parte della sua carriera tra i pali della Sampdoria: sarà solo 0-0. Poi è il Taranto giocare sotto la Torretta: ed è un trionfo. 8-0, una goleada storica (doppiette per Piana, Vaschetto e Sandroni. Completano Morchio e Buggi).
Ed eccoci alla scena-madre. Teatro l’Alberto Picco di La Spezia, sempre eguale a quello di oggi. Serve un pareggio ed è 1-1 fino all’88’, quando Rallo spezza l’incantesimo e pare far pendere la bilancia dalla parte degli aquilotti.
Il Savona è in 10, si è infortunato Borel e all’epoca non sono consentite sostituzioni (toccherà aspettare gli anni ’70 per modificare questa regola per i giocatori di movimento. Per i portieri, invece, il cambio sarà previsto nella stagione 65/66).
Roggero d’impeto spinge, letteralmente, l’ex-juventino in campo zoppicante: Borel (corre il 90′ e all’epoca l’arbitro non aveva l’obbligo di comunicare il tempo di recupero) si impadronisce della palla e, come per liberarsene, inventa un gran tiro che beffa Camerario. Il 2-2 vuol dire Serie B: ininfluente, poi, la successiva – solita – sfortunata sconfitta di Reggio Emilia (2-0).
Gli aquilotti termineranno il girone a pari punti con il Savona e saranno eliminati per la peggiore media gol (reti realizzate diviso quelle subite), ma poi verranno ripescati al posto del rinunciatario Palermo.